08 Maggio 2013
Follow Us

Cronaca Supplica 8 maggio 2013

08 Maggio 2013
recitata, oggi e la prima domenica di ottobre, da milioni di fedeli in tante parti del mondo». Così mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio per il Santuario, ha salutato i fedeli presenti in Piazza Bartolo Longo. Per la prima volta, dopo la sua elezione ad Arcivescovo della città mariana, ha presieduto la santa Messa e, poi, la recita della Supplica.
In migliaia, venuti da ogni parte d’Italia e del mondo, hanno partecipato al rito solenne. Di questi, molti sono giunti a piedi, chi per chiedere aiuto alla Madonna, chi per sciogliere un voto fatto. Il giorno della Supplica è un evento particolarmente sentito dai devoti della Vergine del Rosario, è il giorno in cui, attraverso questa preghiera che, come ha affermato il Presule durante l’omelia, «racchiude in sé tutti i dolori e le speranze dell’umanità e dà voce all’amore che dalla terra si leva verso il cielo», si stabilisce un dialogo ancor più intimo e familiare tra la Madre Celeste e i Suoi figli.
Al centro dell’omelia, anche il Santo Rosario, definito dallo stesso mons. Caputo come la “vera forza di Pompei”. «È commovente vedere, qui a Pompei – ha, infatti, detto l’Arcivescovo -, con quale fede tante persone, anche giovani, recitano il Rosario, questa preghiera antica e sempre nuova, preghiera dalla “fisionomia mariana, dal cuore cristologico”, secondo la bella espressione del Beato Giovanni Paolo II nella Rosarium Virginis Mariae. Attraverso i misteri del Rosario ci immergiamo, in un certo senso, in un mistico pellegrinaggio, alla scuola e con gli occhi di Maria, verso Gesù, vero Dio e vero uomo, compiendo così il passo essenziale della nostra identità cristiana».
Il Presule non ha mancato, poi, di ricordare la storia della città mariana e la sua vocazione alla Pace e alla Carità, come nelle intenzioni del Fondatore Bartolo Longo. A Pompei, infatti, da oltre centotrenta anni, si dà ascolto, aiuto, protezione e sostegno a chi vive situazioni di profondo disagio economico e sociale, soprattutto se bambini e adolescenti perché, «seppur così avanzata in molti campi, la nostra società non riesce a sottrarsi al peso di ritardi e ingiustizie sociali». Per questo, le opere fondate dal Longo, portate avanti oggi da religiosi, religiose, educatori professionali e volontari, continuano il loro impegno, sono state adattate alle esigenze della modernità, offrendo sostegno a bambini orfani o abbandonati, figli di carcerati, ragazze madri, tossicodipendenti. Esprimendo, poi, preoccupazione per la crisi economica e soprattutto per la mancanza di lavoro, specie tra i giovani, mons. Caputo ha, infine, sottolineato come «Pompei, ripensando alle sue origini e all’ispirazione di Bartolo Longo, vuole oggi offrire la realtà di una fede viva che rigenera e che forma cittadini impegnati giorno per giorno nel costruire una società giusta e solidale».
Durante l’omelia, l’Arcivescovo ha anche menzionato Papa Francesco e ricordato che lo stesso Pontefice, sabato scorso, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, dove si era recato per recitare il Santo Rosario, ha spiegato come il Signore «ci affida nelle mani piene di amore e di tenerezza della Madre, perché sentiamo il suo sostegno nell’affrontare e vincere le difficoltà del nostro cammino umano e cristiano; non avere paura delle difficoltà, affrontarle con l’aiuto della mamma».
A concelebrare il sacro rito, oltre a mons. Giuseppe Nazzaro, Vicario Apostolico di Aleppo, in Siria, anche molti religiosi giunti da diverse diocesi campane: mons. Andrea Mugione, Arcivescovo Metropolita di Benevento, mons. Salvatore Visco, Arcivescovo eletto di Capua e Amministratore Apostolico di Isernia, mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Ischia, mons. Gioacchino Illiano, Vescovo Emerito di Nocera-Sarno, mons. Mario Milano, Arcivescovo Emerito di Aversa, e il padre abate Giordano Rota, Amministratore Apostolico della Badia di Cava de’ Tirreni. Hanno partecipato alla celebrazione anche numerose autorità civili e militari.
 
Di seguito riportiamo il testo dell'omelia pronunciata da mons. Tommaso Caputo