04 Novembre 2019
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Carlo Acutis

04 Novembre 2019
sostare davanti al Tabernacolo per adorare il Signore presente realmente nel Santissimo Sacramento. Per citare le stesse parole di Carlo: «La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria. Da sempre siamo attesi in Cielo». Per orientarsi verso questa Meta e non «morire come fotocopie» Carlo diceva che la nostra Bussola deve essere la Parola di Dio, con cui dobbiamo confrontarci costantemente. Ma per una Meta così alta servono Mezzi specialissimi: i Sacramenti e la preghiera. In particolare Carlo metteva al centro della propria vita il Sacramento dell’Eucaristia che chiamava «la mia autostrada per il Cielo». ​Era un mistero questo giovane fedele della Diocesi di Milano, che prima di morire è stato capace di offrire le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. Nonostante quello che si potrebbe pensare di un giovane candidato agli onori degli altari, Carlo era un ragazzo assolutamente normale, come la maggior parte dei suoi coetanei, ma con un’armonia assolutamente speciale, grazie alla sua grande amicizia con Gesù. La Madonna, poi, era la sua grande confidente e non mancava mai di onorarla recitando ogni giorno il Santo Rosario. Amava dire che: «Il Rosario è la scala più corta per salire in Cielo». La modernità e l’attualità di Carlo si coniuga perfettamente con la sua profonda vita eucaristica e devozione mariana, che hanno contribuito a fare di lui quel ragazzo specialissimo da tutti ammirato ed amato. Carlo oggi riposa nel Santuario della Spogliazione ad Assisi.