Stamane cinquecento pellegrini, da Napoli, ma anche da Puglia, Calabria, Molise, Basilicata, hanno raggiunto il San… https://t.co/xsUkDF5Yjz
Preghiere, pii esercizi e devozioni
L’Angelo del Signore
V. L’angelo del Signore portò l’annunzio a Maria.
R. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave, o Maria
V. Eccomi, sono la serva del Signore.
R. Si compia in me la tua parola.
Ave, o Maria
V. E il Verbo si fece carne.
R. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave, o Maria
V. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R. Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.
Orazione - Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; Tu, che all’annunzio dell’Angelo, ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce, guidaci alla gloria della Risurrezione.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Si recitino tre Gloria al Padre alla Santissima Trinità.
Regina del cielo (durante il tempo pasquale)
Regina dei cieli, rallegrati, alleluia:
Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,
è risorto, come aveva promesso, alleluia,
prega il Signore per noi, alleluia.
V. Rallegrati, Vergine Maria, alleluia.
R. Il Signore è veramente risorto, alleluia.
Orazione - O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio, hai ridonato la gioia al mondo intero, per intercessione di Maria Vergine, concedi a noi di godere la gioia della vita senza fine.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Si recitino tre Gloria al Padre alla Santissima Trinità.
Il Santuario della Madonna del Rosario di Pompei, per merito del fondatore, il beato Bartolo Longo, è il centro che ha contribuito, più di altri, alla diffusione della pratica dei Quindici Sabati del Rosario. Essa ha avuto origine in Francia intorno al 1627 all’epoca delle lotte tra Calvinisti ed Ugonotti. Il re Luigi XIII invitò tutti, il 27 maggio1627, alla recita del Rosario nella chiesa dei PP. Domenicani in S. Onorato, a Parigi. Fu poi continuata tutti i sabati. La risoluzione finale delle lotte e la devozione dei fedeli ispirarono la devozione detta: “Voto dei Quindici Sabati”, propagandata dai Padri Domenicani. Devozione accreditata, poi, da grazie straordinarie e da indulgenze. La pia pratica invitava ad accostarsi alla Santa Comunione per 15 sabati consecutivi e a recitare almeno una terza parte del Rosario, soffermandosi nella meditazione dei misteri a cui conformare la vita quotidiana. Nell’Italia meridionale e, in particolare, a Napoli veniva praticata nelle chiese domenicane. Una devota, la marchesa Filiasi di Somma, per meglio diffondere la pratica aveva tradotto dal francese un libricino, esauritosi in breve tempo. Bartolo Longo la incontrò quando le chiese un’offerta per il costruendo Santuario di Pompei. Il discorso cadde sui Quindici Sabati e la marchesa lo invitò a ristampare il libretto. Il Beato notò la povertà del testo. Pensò, perciò, ad un testo completamente rifatto, intitolandolo: “La devozione dei quindici sabati in onore del SS.mo Rosario” (Napoli, 1877). Il libro ebbe una singolarissima fortuna per l’erudizione e lo spirito di pietà di cui era pervaso. Le edizioni, ampliate ed elaborate di continuo, e le traduzioni in più lingue, si contano in centinaia di migliaia di copie.
La nuova proposta
I testi conciliari e il magistero pontificio espresso particolarmente nella “Marialis Cultus” di Paolo VI, nella “Redemptoris Mater” e nella “Rosarium Virginis Mariae” di Giovanni Paolo II, hanno indotto a un ripensamento della devozione proposta dal Fondatore di Pompei. Pur valorizzando tutte le sue intuizioni è sembrato opportuno elaborare una proposta più agile e rispondente ai tempi, che metta in risalto la centralità della Parola di Dio, approfondisca la meditazione del mistero ed accentui, accanto alla dimensione personale della pratica, quella comunitaria, quale vero cammino spirituale, lasciando, poi, alla libertà personale, la recita per intero del Rosario. In sostanza questa devozione consiste nell’impegno di rivivere per Venti Sabati consecutivi i misteri del Rosario, preghiera dal cuore cristologico che <<nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore>> (Giovanni Paolo II, RVM, n. 1). La preghiera del Rosario, preghiera tradizionale, «tanto raccomandata dal Magistero e tanto cara al Popolo di Dio, ha una fisionomia spiccatamente biblica ed evangelica, prevalentemente centrata sul nome e sul volto di Gesù, fissato nella contemplazione dei misteri e nel ripetersi dell’Ave Maria. Il suo andamento ripetitivo costituisce una sorta di pedagogia dell’amore, fatta per accendere l’animo dell’amore stesso che Maria nutre verso il Figlio suo. Per questo, portando a ulteriore maturazione un itinerario plurisecolare, ho voluto che questa forma privilegiata di contemplazione completasse i suoi lineamenti di vero “compendio del Vangelo”» (Mane nobiscum Domine, 9).
La proposta del Santuario di Pompei è supportata da queste autorevoli indicazioni che hanno fatto risaltare maggiormente la mediazione della Madre Divina. Attraverso i Venti Sabati una comunità o il singolo credente, un gruppo di famiglie o di giovani, ha la possibilità di arrivare al cuore stesso della vita cristiana. Essi costituiscono una feconda opportunità spirituale per il cammino personale e comunitario del Popolo di Dio, nel contesto più ampio della nuova evangelizzazione. Inoltre sembra quanto mai fecondo, alla luce degli ultimi documenti magisteriali, riscoprire il valore e l’intuizione del beato Bartolo Longo circa il rapporto tra il Rosario e l’Eucaristia. Tutto nella pratica da Lui rilanciata e rinnovata, conduceva all’Eucaristia, perciò la nuova proposta formulata non esclude tale rapporto, anzi lo rimarca perché lo stesso Rosario, ha scritto Giovanni Paolo II nella “Mane nobiscum Domine”, <<potrà essere una via particolarmente adatta alla contemplazione eucaristica, attuata in compagnia e alla scuola di Maria>> (n. 18).
Quando si pratica la devozione dei 20 sabati?
Ogni periodo dell’anno si presta per questa pratica, ma il Santuario di Pompei la premette alle due grandi giornate dell’8 maggio e della prima domenica di Ottobre, quando, a mezzogiorno, a Pompei e simultaneamente in molte chiese del mondo, si recita la Supplica alla Vergine del Rosario. Per l’8 maggio, l’inizio è il penultimo sabato di dicembre, eccetto l’anno in cui esso cade di sabato. In questo caso si anticipa al terzultimo sabato di dicembre. Per la prima domenica di ottobre, l’inizio dei Venti Sabati corrisponde al penultimo sabato di maggio, escluso gli anni in cui la prima domenica di ottobre cade i giorni 6 o 7. In quel caso, si inizia l'ultimo sabato di maggio.
Nel Santuario di Pompei i Venti Sabati sono celebrati solennemente alle ore 18.00, con la partecipazione di gruppi, parrocchie, associazione e corali che ne fanno richiesta. Spesso, sono presieduti da Vescovi e Cardinali. I Direttori dei pellegrinaggi sono invitati a segnalare sulla scheda di prenotazione la propria partecipazione alla celebrazione. Coloro che intendono prendere parte all’animazione liturgica, devono comunicarlo in anticipo all'ufficio Rettorato.
Il Sussidio “I Venti Sabati del Santo Rosario” è in vendita presso la libreria del Santuario.
Testo della Supplica in varie lingue
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La Supplica alla Regina del Santo Rosario di Pompei fu scritta, nel 1883, da Bartolo Longo con il titolo “Supplica alla Regina del SS. Rosario”. Viene recitata solennemente due volte l’anno, alle ore 12 dell’8 maggio e della prima domenica d’ottobre, richiamando migliaia di pellegrini, provenienti da tutta Italia e dall’Estero, che in queste occasioni, si raccolgono davanti alla facciata del santuario per partecipare alla sua recita corale. La Supplica fu composta da Longo come adesione all'invito che, nella sua prima Enciclica sul Rosario, Papa Leone XIII aveva fatto ai cattolici, ad un impegno spirituale volto a fronteggiare i mali della società. Il 1° settembre del 1883, infatti, era stata pubblicata l’Enciclica Supremi apostolatus officio, con la quale il Papa indicava nella preghiera del Rosario uno strumento sicuro per il conseguimento del bene spirituale della società e della Chiesa, travagliata da “gravi calamità”. Al beato Bartolo Longo, che in quel tempo era impegnato ad erigere il tempio alla Vergine del Rosario e a diffonderne la devozione nel mondo, sembrò che la parola del Pontefice costituisse una sorte d’imprimatur a tutta la sua attività. Il 23 settembre inviò un telegramma al Santo Padre per ringraziarlo di aver pubblicato l’Enciclica sul Rosario, che sarebbe stata d’incoraggiamento per celebrare la prossima festa di ottobre e proseguire con maggiore alacrità la costruzione del Santuario del Rosario, la cui opera la Vergine accompagnava con incessanti prodigi. La diffusione del culto mariano raggiunse in quegli anni il suo apice grazie anche alla Supplica. Preoccupazioni ed esortazioni espresse nell’enciclica di Leone XIII dello stesso anno e riflessioni personali del Beato trovarono, così, appropriata espressione nella “Supplica alla potente Regina del SS. Rosario”, che fu recitata la prima volta nel giorno della festa di ottobre, celebrata il 14 di quel mese. L’8 maggio 1915 la preghiera fece il suo ingresso in Vaticano: alle ore 12.00, Benedetto XV, entusiasta estimatore del Fondatore e dell’Opera pompeiana, e i dignitari vaticani la recitarono nella Cappella Paolina. Tradizione che continuò con i Pontefici successivi. Come il 7 ottobre del 2003, quando Giovanni Paolo II, nella sua seconda visita a Pompei, avvenuta a conclusione dell’Anno del Rosario, ha recitato la Supplica assieme alle migliaia di fedeli giunti nella città mariana in quella solenne giornata dedicata alla Vergine del Rosario. Il testo della Supplica, che ha avuto nel tempo vari ritocchi, fino a giungere all’attuale formulazione, è profondamente coinvolgente, lirico e musicale. Si caratterizza per una coralità unica e unificante; tra tutte le preghiere composte da autori italiani è quella più famosa al mondo. È stata tradotta in una decina di lingue: dall’inglese al russo, dall’armeno al cinese, dall’urdu al maltese, al tamil, ecc. È una preghiera universale: il Beato aveva ragione a definirla Ora del mondo. Contemporaneamente, in diverse parti della terra, da New York a Buenos Aires, da Toronto a Sidney, da Johannesburg a Caracas, infatti, milioni di fedeli si ritrovano insieme per recitarla. La Supplica nasce dal cuore di Bartolo Longo, ma in realtà, ognuno può sentirsene l’autore, in quanto essa racchiude tutti i dolori e le speranze della famiglia umana. Il Longo, infatti, con la Supplica, ha dato voce all’amore che dalla terra si leva verso il cielo. Essa è preghiera per l’Italia, per l’Europa, per il mondo intero. A Pompei, la celebrazione, preceduta dalla santa Messa, si svolge all’aperto, davanti alla Facciata del santuario. Durante il rito, presieduto da Vescovi e Cardinali, si prega per la Pace, tema molto caro a Bartolo Longo, per lo sviluppo dei popoli, per il superamento delle ingiustizie sociali, per la famiglia. Viene sempre ricordata la vita e la straordinaria opera compiuta dal Beato per Pompei e per la sua rinascita, e vengono illustrati i progressi delle opere sociali, eredità del Longo, che oggi il santuario porta avanti grazie a chi opera al suo interno e grazie alla generosità dei fedeli che contribuiscono a mantenerle in vita. Per far fruire nel modo migliore la celebrazione ai pellegrini, vengono installati diversi maxi-schermi. In tempi recenti, la Supplica è stata trasmessa in diretta televisiva e radiofonica, sia a livello nazionale che internazionale. Dal 1979, viene trasmessa in diretta da Napoli Canale 21, emittente televisiva privata della Campania; nel 1998, è stata trasmessa in diretta mondiale da Rai International; nel 2002, da Tele Pace e nel 2006 da Sat 2000, Radio Maria e Radio Mater. Il 7 ottobre 2012, dopo alcuni anni, la Supplica è stata nuovamente trasmessa, in diretta, da RaiUno. In occasione della santa Messa di apertura del Sinodo dei Vescovi, l’allora Papa Benedetto XVI, in Piazza San Pietro, invitava i fedeli a seguire la celebrazione della Supplica alla Vergine del S. Rosario di Pompei e a “unirsi spiritualmente a tale corale invocazione”, trasmessa di li a poco sulla rete nazionale. Contemporaneamente, anche l’emittente TV2000 trasmetteva la recita della Supplica in diretta televisiva. «Oggi, 8 maggio, si eleva l’intensa preghiera della "Supplica alla Madonna del Rosario" di Pompei, composta dal Beato Bartolo Longo. Ci uniamo spiritualmente a questo popolare atto di fede e di devozione, affinché per intercessione di Maria, il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero». Era mercoledì 8 maggio 2013, quando Papa Francesco, nell'Udienza Generale, si univa spiritualmente ai fedeli convenuti a Pompei. Quella espressa dal Santo Padre è una vicinanza non fisica, eppure profondissima, ribadita, anche negli anni successivi, nelle parole pronunciate nei giorni "solennissimi" dell'8 maggio e della prima domenica di ottobre. «Ottobre – diceva ancora nel 2013, nell’Angelus di domenica 6 – è anche il mese del Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una scuola di fede!». Inizia, sin da quel primo anno di pontificato, la consuetudine del Papa di andare a Pompei col pensiero e con il cuore esprimendo la propria unione spirituale con i devoti, che rinnovano la preghiera della Supplica nella Città mariana. La Madonna del Rosario «ottenga la pace, alle famiglie e al mondo intero!», invocava nell’Angelus del 5 ottobre 2014. Nel Regina Caeli del 7 maggio 2017 raccomandava di pregare il Rosario per la pace. Quello della concordia universale è un tema che torna spesso nelle parole del Santo Padre, che affida proprio alla Madonna di Pompei questa speciale intenzione. E, insieme all’incessante richiesta di pace, Papa Francesco ricorda sempre l’importanza di invocare la Vergine con l’orazione a lei più cara: «In questo mese rinnoviamo insieme l’impegno a pregare il santo Rosario», ha esortato il 3 ottobre 2021.
È così profonda la risonanza che la Supplica suscita nell’animo dei fedeli, che centinaia di migliaia di persone, nei due appuntamenti annuali in cui è recitata solennemente, si recano a Pompei (alcuni, anche a piedi). Non importa se il viaggio affrontato è stato lungo, le ore di preghiera in piedi tante e il sole cocente. Tutti attendono l’Ora del Mondo, l’ora della Supplica e, in quel momento, pur provenendo da parti diverse d’Italia e del Mondo, ognuno si sente in sintonia con l’altro, per volgere il cuore alla Madre, che dall’alto ama e assiste i suoi figli, che a Lei presentano le loro richieste. Pregare la Madonna di Pompei significa esprimere la propria identità di figli che si rivolgono a Lei, la Madre che Gesù ci ha dato in dono dall’alto della Croce, come ricorda anche il testo della Supplica. Una figliolanza che fa intimi, familiari con Lei e con Dio. Molti giungono nella città mariana a piedi, come i fedeli di Pignataro Maggiore (CE) che, dal 1945, continuano il cammino di fede iniziato dai loro padri per ringraziare la Madonna di Pompei per averli fatti tornare dal Fronte. Ogni anno, il 7 maggio, in più di 400, si recano a piedi a Pompei, dove, dopo una lunga veglia di preghiera, recitano la Supplica con la certezza che la Madonna ascolterà ed esaudirà le loro preghiere. La devozione alla Madonna di Pompei è diffusa in tutto il mondo grazie soprattutto agli emigranti, ai quali, prima che si imbarcassero dal porto di Napoli, Bartolo Longo donava quadri della Madonna, assieme a corone del Rosario, immaginette e libretti di preghiere. Nel mondo sono nate, così, moltissime chiese, parrocchie e santuari dedicati alla Madonna di Pompei. Non si contano, poi, le Associazioni e le Confraternite a Lei dedicate. Solo negli Stati Uniti ci sono ben 10 chiese intestate alla Madonna di Pompei: a New York, Chicago, Providence, Lancaster, ecc. A New York, la parrocchia “Our Lady of Pompeii”, che risale al 1892, è retta dai Padri Scalabriniani, e durante il periodo della grande emigrazione fu un punto di riferimento per tutti gli italiani che approdavano nel nuovo mondo. In occasione della Supplica, la santa Messa viene celebrata in italiano, inglese, spagnolo e filippino. Dopo il rito si effettua una solenne processione e si termina con una grande festa. Altrettante ce ne sono in Canada: a Montreal, a Vancouver, ecc. Se ne trovano anche in Brasile, Venezuela e Uruguay e in tutte si organizzano numerose attività per promuovere il culto e la devozione alla Madonna. Numerose, poi sono le chiese della Madonna di Pompei in tutta l'Argentina. A Buenos Aires esiste addirittura un intero quartiere chiamato Nueva Pompeya perché proprio là, nel 1896, fu eretto un altare, sostituito, poi, nel 1900, dal Santuario de “Nuestra Señora de Pompeya”, retto dai frati minori cappuccini.
I Misteri del Santo Rosario
Misteri della Gioia
(Lunedì e Sabato)
- Annunciazione a Maria
- Visita di Maria ad Elisabetta
- Gesù nasce a Betlemme
- Gesù è offerto al Padre nel Tempio
- Gesù insegna ai dottori nel Tempio
Misteri della Luce
(Giovedì)
- Gesù è battezzato nel Giordano
- Gesù cambia l’acqua in vino alle nozze di Cana
- Gesù annuncia il Regno di Dio e perdona i peccati
- Gesù è trasfigurato sul Monte Tabor
- Gesù dona il suo corpo e il suo sangue nell’Eucaristia
Misteri del Dolore
(Martedì e Venerdì)
- Gesù agonizza nel Getsemani
- Gesù è flagellato
- Gesù è coronato di spine
- Gesù porta la croce
- Gesù muore in croce
Misteri della Gloria
(Mercoledì e Domenica)
- Gesù risorge dal sepolcro
- Gesù ascende al cielo
- Gesù invia lo Spirito Santo
- Maria è assunta in cielo
- Maria è incoronata Regina
Nel Santuario di Pompei, il Santo Rosario viene recitato tutti i giorni, per quattro volte. All'Altare Maggiore alle 9.30, alle 15.30 e alle 18.00. Nella Cappella Bartolo Longo alle 9.00.
Nei mesi di maggio e di giugno, ogni sabato, alle 20.00, si tiene una fiaccolata accompagnata dalla preghiera del Rosario per la pace. Il rito non si tiene nell'ultimo sabato di maggio per la concomitanza con il grande pellegrinaggio della diocesi di Napoli a Pompei.
Per i gruppi che lo desiderassero, è anche possibile raccogliersi in una delle cappelle per la recita del Rosario. In questo caso, occorre concordare, preventivamente, orari e modalità con l'Ufficio del Rettorato.
Il testo “Contemplare con Maria il volto di Cristo. Il Rosario di Pompei” è in vendita presso la libreria del Santuario.