I vari locali adiacenti il Santuario sono divisi da quattro grandi corridoi, dove trovano spazio alcuni dei numerosi ex voto del Santuario. Si tratta di dipinti, composizioni, oggetti, fotografie o testi, di tutti i tipi, antichi e moderni, preziosi o semplici. Tra i dipinti molti sono di pregevole fattura. Gli ex voto sono oggetti offerti a Dio, alla Vergine o a un Santo, per ringraziarli di una grazia ricevuta. Nei dipinti questo concetto è espresso con la sigla latina: “V.F.G.A.” (Votum fecit, gratiam accepit, Voto fatto, grazia ricevuta). Sono testimonianze di sofferenze che spingono l’uomo a fare un “patto” con Dio, sicuro di essere salvato dall'imminente pericolo, quando la preghiera è stata esaudita e il momento difficile superato, l'uomo è spinto a lasciare un ricordo della sua storia a lieto fine. Gli ex voto non sono solo testimonianza di grazie ricevute, ma hanno anche lo scopo della visibilità perpetua lungo i corridoi del luogo sacro, al fine di enfatizzare un miracolo e, forse, di esorcizzare il ritorno del malanno. La Nuova Pompei manca di una tradizione storico-culturale antica e, quindi, la raffigurazione della devozione alla Madonna del Rosario non s’innesta su culti locali preesistenti, ma si basa principalmente su modelli messi in circolo dalla cultura di massa del periodo dell’industrialismo. Quando cominciarono ad arrivare a Pompei i primi ex voto (il primo è del 1891) circolavano già da tempo i manifesti murali, le cromolitografie, la rèclame, i libri illustrati, i periodici, la fotografia. Sulle pareti del Santuario si viene, dunque, a creare un confronto prima, tra quadro dipinto e fotografia, poi, tra testo di scrittura e collage, infine, tra questi mezzi e l'oggettistica: la fotografia emargina gradualmente il quadro dipinto, grazie alla sua maggiore trasparenza di senso. La scrittura autografa e tipografica sostituisce il racconto iconografico delle antiche tradizioni visive. Tra le varie testimonianze ci sono quelle di bambini che hanno ricevuto la grazia e per i quali viene offerta alla Madonna una statua di cera o d'argento della sua stessa altezza e del suo stesso peso; quelle di donne che compongono su pannello i capelli tagliati per voto; di marinai scampati al naufragio che fanno dipingere nelle botteghe dei "madonnari", su tavola o tela, l'evento; di soldati che donano le armi e le bandiere di guerra in segno dello scampato pericolo; di uomini e donne che, ricevuta la grazia, donano lamine d'argento riproducenti le parti del corpo colpite dalla malattia. Solitamente gli ex voto non sono espressione creativa del devoto, ma frutto del lavoro di maestri artigiani che, con la loro manualità, cercano di rappresentare i sentimenti interiori dei committenti. Nel corridoio est, all’uscita della cappella del Beato, sono esposti, uno di fronte all’altro, due grandi quadri che racchiudono tredici pannelli realizzati dal maestro Franco Gracco, nei quali è narrata la storia di Bartolo Longo. Sulle pareti del corridoio nord si trovano, invece, preziosi stendardi, mentre a ovest c’è una statua di san Giuseppe. Di fronte, alcune statue romane (ritrovate durante gli scavi e in custodia del Santuario) a sottolineare il forte legame tra l’antica e la nuova Pompei. A seguire, un dipinto di san Raimondo di Peñafort, e quattro quadri che rappresentano il forte legame tra il Santuario e Papa Leone XIII.